LEI,LA FELICITA',COL TEMPO FUGGIRA',COL TEMPO SE NE ANDRA'..
Oggi,3 novembre,l'alba dell'inverno romeno,la prima debole nevicata accompagna un vento freddo cha da nord-est spazza Iaşi.Sono a 20 km dalla Republica Moldova,vecchi ricordi,ma pure qui il tempo pare non cambiare..
Blocchi di cemento grigi calpestano l'orizzonte e da dove scrivo.
Un fuoco di foglie secche come lieve striscia di fumo lungo la strada che da Botoşani conduce a Târgu Frumos.Ieri,nella Casa Memoriala lui Eminescu (Mihai Eminescu 1850-1889,il piu' grande poeta romeno),l'infanzia d'un poeta mai fino in fondo conosciuto ma cosi' vicino,come l'amore mio per questa terra.Il tempo sembra fermarsi quando,guardando dalla finestra della sua stanza,un carretto trainato da un cavallo attraversa la salita che dai campi in collina conduce al villaggio,Ipoteşti.Il freddo gia' segna le ossa e torno bambino.L'odore della terra che al tramonto suda calore a tracciare rigoli di fumo o leggera foschia sul selciato sconnesso.La gente ti osserva passare,studiando la tua origine e noi,ingenui turisti di primo pelo colti da stupore,trasaliamo alla vista d'un carretto sulla strada fangosa senza asfalto,l'unica del paese,dove mucche,oche,tacchini,cavalli,galline,cani randagi,carretti e bimbi vivaci sembrano non badare al passaggio d'una macchina nel mentre una vecchia oltre il mucchio di zucche appena raccolte si reca al pozzo per prender l'acqua da un catino legato ad una manovella arrugginita.Questa e' la Romania rurale,gente che vive alla giornata con ciò che la terra produce.Piu' o meno come,a 20 km da qui,in Republica Moldova dove difficilmente si superano i 70€ al mese di stipendio.Cosa li accomuna?Innanzitutto il nome,inoltre Republica Moldova e la regione romena della Moldova incarnano lo stesso popolo,la stessa terra.Dal XIX secolo le loro strade si sono divise a causa della pressione russa che in epoca zarista e comunista ha amministrato la Besarabia (Moldova orientale) inglobandone i territori e lasciando la parte occidentale all'ex Principato di Moldova,in seguito Romania.Il Bahlui scorre davanti a me in questa che e' stata per due anni la prima capitale romena:Iaşi.Le strade sono strettoie che in saliscendi attraversano la citta' costruita su sette colli come la grande Roma ed appoggiata al piu' grande Copou dove siede la prima Universita' romena voluta da Mihail Kogalniceanu,il giardino botanico piu'grande di Romania e Grădina Copou dove non puo'mancare una foto al secolare tiglio che ispiro' il grande poeta Eminescu.I tram sono antichi come la sua storia e quest'aria risorgimentale decade all'ombra dei caseggiati popolari di epoca comunista (Ceauşescu non aveva certo senso estetico) ma la citta' rivive nella grandezza del Palatul Culturii,maestoso da Bulevardul Ştefan Cel Mare.Una citta' ricca di storia come di monasteri (ricordo qui Mănăstirea Golia,Metropolia e Cetăţuia).
Oggi,3 novembre,l'alba dell'inverno romeno,la prima debole nevicata accompagna un vento freddo cha da nord-est spazza Iaşi.Sono a 20 km dalla Republica Moldova,vecchi ricordi,ma pure qui il tempo pare non cambiare..
PS. Il titolo si rifà al verso finale di "Tutto passa",canzone dei Nomadi.
Blocchi di cemento grigi calpestano l'orizzonte e da dove scrivo.
Un fuoco di foglie secche come lieve striscia di fumo lungo la strada che da Botoşani conduce a Târgu Frumos.Ieri,nella Casa Memoriala lui Eminescu (Mihai Eminescu 1850-1889,il piu' grande poeta romeno),l'infanzia d'un poeta mai fino in fondo conosciuto ma cosi' vicino,come l'amore mio per questa terra.Il tempo sembra fermarsi quando,guardando dalla finestra della sua stanza,un carretto trainato da un cavallo attraversa la salita che dai campi in collina conduce al villaggio,Ipoteşti.Il freddo gia' segna le ossa e torno bambino.L'odore della terra che al tramonto suda calore a tracciare rigoli di fumo o leggera foschia sul selciato sconnesso.La gente ti osserva passare,studiando la tua origine e noi,ingenui turisti di primo pelo colti da stupore,trasaliamo alla vista d'un carretto sulla strada fangosa senza asfalto,l'unica del paese,dove mucche,oche,tacchini,cavalli,galline,cani randagi,carretti e bimbi vivaci sembrano non badare al passaggio d'una macchina nel mentre una vecchia oltre il mucchio di zucche appena raccolte si reca al pozzo per prender l'acqua da un catino legato ad una manovella arrugginita.Questa e' la Romania rurale,gente che vive alla giornata con ciò che la terra produce.Piu' o meno come,a 20 km da qui,in Republica Moldova dove difficilmente si superano i 70€ al mese di stipendio.Cosa li accomuna?Innanzitutto il nome,inoltre Republica Moldova e la regione romena della Moldova incarnano lo stesso popolo,la stessa terra.Dal XIX secolo le loro strade si sono divise a causa della pressione russa che in epoca zarista e comunista ha amministrato la Besarabia (Moldova orientale) inglobandone i territori e lasciando la parte occidentale all'ex Principato di Moldova,in seguito Romania.Il Bahlui scorre davanti a me in questa che e' stata per due anni la prima capitale romena:Iaşi.Le strade sono strettoie che in saliscendi attraversano la citta' costruita su sette colli come la grande Roma ed appoggiata al piu' grande Copou dove siede la prima Universita' romena voluta da Mihail Kogalniceanu,il giardino botanico piu'grande di Romania e Grădina Copou dove non puo'mancare una foto al secolare tiglio che ispiro' il grande poeta Eminescu.I tram sono antichi come la sua storia e quest'aria risorgimentale decade all'ombra dei caseggiati popolari di epoca comunista (Ceauşescu non aveva certo senso estetico) ma la citta' rivive nella grandezza del Palatul Culturii,maestoso da Bulevardul Ştefan Cel Mare.Una citta' ricca di storia come di monasteri (ricordo qui Mănăstirea Golia,Metropolia e Cetăţuia).
Oggi,3 novembre,l'alba dell'inverno romeno,la prima debole nevicata accompagna un vento freddo cha da nord-est spazza Iaşi.Sono a 20 km dalla Republica Moldova,vecchi ricordi,ma pure qui il tempo pare non cambiare..
PS. Il titolo si rifà al verso finale di "Tutto passa",canzone dei Nomadi.
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